
Una terra pacifica, un popolo tranquillo. Questa è sempre stata la regola di Roose Bolton. E questo è tutto quello che si può desiderare, il sogno di persone virtuose e assennate. Anzi, non un sogno: una realtà che è possibile ottenere, se la dedizione, la volontà e la forza sono sufficienti e ben indirizzate. E se non si è troppo schizzinosi sui metodi da impiegare.
Ma con la morte di Lord Tywin Lannister l’alleanza con il Trono di Spade firmata col sangue delle Nozze Rosse è come una foglia nel vento autunnale. Stannis Baratheon bussa alle porte del Nord, pronto a contestarne il dominio con la forza delle armi. Voci di strani accadimenti a Summerhall mettono in subbuglio le spie e gli informatori di mezzo continente, specialmente dopo la repentina partenza di una delegazione di Casate del Nord che si è diretta proprio alla volta di Summerhall, dove sta per tenersi un fastoso matrimonio fra le casate Tyrell e Martell.
Impossibile rimanere a Forte Terrore, anche per il Protettore del Nord. Le alleanze sono fragili come vetro di questi tempi, e occorre dedizione e accortezza per mantenerle salde e per stringerne altre.
Ma con la morte di Lord Tywin Lannister l’alleanza con il Trono di Spade firmata col sangue delle Nozze Rosse è come una foglia nel vento autunnale. Stannis Baratheon bussa alle porte del Nord, pronto a contestarne il dominio con la forza delle armi. Voci di strani accadimenti a Summerhall mettono in subbuglio le spie e gli informatori di mezzo continente, specialmente dopo la repentina partenza di una delegazione di Casate del Nord che si è diretta proprio alla volta di Summerhall, dove sta per tenersi un fastoso matrimonio fra le casate Tyrell e Martell.
Impossibile rimanere a Forte Terrore, anche per il Protettore del Nord. Le alleanze sono fragili come vetro di questi tempi, e occorre dedizione e accortezza per mantenerle salde e per stringerne altre.
“Lord Bolton non è uno stupido”, ripete a mezza voce Lord Ryswell ad ogni tappa del viaggio, lanciando un’occhiata al suo signore. E tutti sanno cosa intende: a muovere i loro passi è la paura che tutti i vassalli degli sconfitti Stark cospirino contro Forte Terrore. Anche quelli che hanno giurato fedeltà al nuovo signore. La paura che Tyrell e Martell si alleino per rovesciare il Trono di Spade, rendendo il sanguinoso tradimento delle Nozze Rosse drammaticamente inutile. La paura che Stannis possa trovare aiuto. La paura che le dicerie relative agli antichi misteri che avvolgono Summerhall siano vere, e che i Targaryen possano, dalla tomba, portare fuoco e guerra sul Westeros. Occorre assistere, vigilare, comprendere. Sabotare, se serve. Gli occhi chiari di Roose Bolton ogni sera si puntano a sud, verso quello che lo attende. Ma poi, inevitabilmente tornano a nord, verso quello che è stato. Impossibile non interrogarsi su quegli sguardi. Ma altrettanto impossibile capire cosa passa per la mente del Protettore del Nord. Il silenzio del Lord Sanguisuga, come lo chiama chi vuole fare del sarcasmo, è come sempre minaccioso e al tempo stesso più rivelatore di mille parole.
E anche per la sua presenza, quella che viaggia verso sud non è certo una compagnia adatta alle chiacchiere, anche se è inevitabile scambiare qualche parola, visti i numerosi argomenti. Il severo Lord Ryswell è a suo agio con i soldati, e parla francamente dei suoi timori… specialmente con Robert “Faccia di cuoio”, il suo sfregiato e fidato consigliere. Myranda, l’amante di Ramsay Bolton, ascolta vigile, livida per essere stata allontanata dagli agi del castello, trattata da tutti con timoroso rispetto. Ma tutti si zittiscono quando Roose torna verso il fuoco da campo.
A muovere i loro passi è sempre e comunque la paura, si dicono rabbrividendo gli uomini e le donne della spedizione, scrutandosi di quando in quando con aria di dubbio. Ma, sempre, i volti tesi finiscono per distendersi in sorrisi sarcastici e feroci.
La paura! La paura è un gioco che la casata Bolton sa fare benissimo. Lo hanno fatto, per migliaia d’anni, quando i Re Rossi di Forte Terrore dominavano il Nord. Essi prendevano le pelli dei loro nemici per farsene mantelli, e laceravano il silenzio delle lunghe notti d’inverno con le urla dei torturati.
E anche per la sua presenza, quella che viaggia verso sud non è certo una compagnia adatta alle chiacchiere, anche se è inevitabile scambiare qualche parola, visti i numerosi argomenti. Il severo Lord Ryswell è a suo agio con i soldati, e parla francamente dei suoi timori… specialmente con Robert “Faccia di cuoio”, il suo sfregiato e fidato consigliere. Myranda, l’amante di Ramsay Bolton, ascolta vigile, livida per essere stata allontanata dagli agi del castello, trattata da tutti con timoroso rispetto. Ma tutti si zittiscono quando Roose torna verso il fuoco da campo.
A muovere i loro passi è sempre e comunque la paura, si dicono rabbrividendo gli uomini e le donne della spedizione, scrutandosi di quando in quando con aria di dubbio. Ma, sempre, i volti tesi finiscono per distendersi in sorrisi sarcastici e feroci.
La paura! La paura è un gioco che la casata Bolton sa fare benissimo. Lo hanno fatto, per migliaia d’anni, quando i Re Rossi di Forte Terrore dominavano il Nord. Essi prendevano le pelli dei loro nemici per farsene mantelli, e laceravano il silenzio delle lunghe notti d’inverno con le urla dei torturati.
"In questo mondo di tradimenti e inganni, la paura è ciò che tiene in vita un uomo."
(Roose Bolton a Theon Greyjoy)
(Roose Bolton a Theon Greyjoy)
Coltelli, pugni, catene e bastoni, per lasciare sui corpi e sui volti i segni della propria collera. Parole quiete, dette a orecchie rese ricettive dall’inquietudine o rose dal dubbio. E spade spietate, quando il momento è più opportuno: sì, Forte Terrore ha sempre saputo giocarlo, il gioco della paura. E questa volta non sarà diverso. Le alleanze sono fragili di questi tempi. Ma solo per chi non sa rinsaldarle o stringerne altre.
Gli occhi di Roose Bolton tornano a sud, verso Summerhall, e un sorriso cinico, leggero, aleggia sulle sue labbra e lì rimane, come sospeso, anche mentre guarda gli uomini attorno a lui, apparentemente senza soffermarsi su nessuno in particolare. Ma chi può dirlo? Nessuno può sapere quali e quanti assi nella manica abbia in questa partita.
Del resto, chi non farebbe tutto quello che è in suo potere per avere una terra pacifica e un popolo tranquillo?
Gli occhi di Roose Bolton tornano a sud, verso Summerhall, e un sorriso cinico, leggero, aleggia sulle sue labbra e lì rimane, come sospeso, anche mentre guarda gli uomini attorno a lui, apparentemente senza soffermarsi su nessuno in particolare. Ma chi può dirlo? Nessuno può sapere quali e quanti assi nella manica abbia in questa partita.
Del resto, chi non farebbe tutto quello che è in suo potere per avere una terra pacifica e un popolo tranquillo?