Le loro vesti sono lacere, le loro armature portano i segni della ruggine e le loro lame sono usurate. La loro sete non è mai stata placata, la loro fame pare essere eterna.
Hanno chiesto giustizia e sono stati derisi, la loro fedeltà è stata ripagata col tradimento, il loro ingegno con l’indifferenza. Infine, disperati, hanno chiesto al cielo l’opportunità per cambiare tutto: gli Dei, misericordiosi e violenti, li hanno accontentati. Una tempesta sta per abbattersi sul Westeros.
Forse la gente del continente occidentale si è scordata di questi Lord e Cavalieri, eredi di Case che furono antiche e potenti, oggi non più protagoniste del Gioco del Trono; ciononostante il destino dei sette Regni s’incrocia ancora una volta con quello di chi è stato dimenticato dal Westeros.
Fu un Lord a radunarli tutti. Su di lui non sono mai state scritte canzoni: a differenza del famoso fratello non vinse tornei, non spezzò assedi, non guidò armate. Forse, però, fece di più.
Il primo a unirsi a lui fu il Lord delle rovine e della cenere; la sua lama bramava sangue, il suo onore esigeva vendetta. Il cavaliere gli promise la seconda tramite il primo. Se questi fu tentato dall’ira, il bastardo, frutto del peccato di un campione, fu comprato con la moneta dell’onore, vincolato dalle catene del dovere.
Fu semplice smuovere il grande condottiero, portatore di un’antica lama: sono molti gli uomini che cedono alla promessa del potere, delle terre e delle ricchezze. Al custode del sapere e alla sua nemesi, invece, venne data la possibilità di realizzare ciò che avevano atteso per tutta la loro vita.
A un cane bastonato venne offerta la possibilità di mordere la mano del suo padrone, a un uomo che subì la guerra di portarla nella casa dei suoi nemici.
Fu un Lord a radunarli tutti. Su di lui non sono mai state scritte canzoni: a differenza del famoso fratello non vinse tornei, non spezzò assedi, non guidò armate. Forse, però, fece di più.
Il primo a unirsi a lui fu il Lord delle rovine e della cenere; la sua lama bramava sangue, il suo onore esigeva vendetta. Il cavaliere gli promise la seconda tramite il primo. Se questi fu tentato dall’ira, il bastardo, frutto del peccato di un campione, fu comprato con la moneta dell’onore, vincolato dalle catene del dovere.
Fu semplice smuovere il grande condottiero, portatore di un’antica lama: sono molti gli uomini che cedono alla promessa del potere, delle terre e delle ricchezze. Al custode del sapere e alla sua nemesi, invece, venne data la possibilità di realizzare ciò che avevano atteso per tutta la loro vita.
A un cane bastonato venne offerta la possibilità di mordere la mano del suo padrone, a un uomo che subì la guerra di portarla nella casa dei suoi nemici.
"La vendetta è un piatto che va gustato freddo"
(detto popolare)
(detto popolare)
Il Lord radunò tutti loro, anni fa, alla soglia di Summerhall e portò con sé due doni, potenti e importanti come nessun altro nel Westeros; i suoi ospiti, prima titubanti, compresero quale sarebbe potuta essere la loro ricompensa. Fu come vedere degli argini spezzarsi, il fiume inondare la valle: sempre più uomini si unirono alla causa del cavaliere, certi che avrebbero potuto strappare ogni cosa alla carcassa dell’occidente prima di riforgiarlo.
Dopo anni il Lord si concesse un sorriso osservando il lavoro di una vita. Ancora poco, si disse, e il frutto sarebbe stato maturo.